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Progetto
pubblicato il 04.06.2013

Analisi del tessuto economico comunale nel contesto della redazione del Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Como

Scopo: Effettuare una verifica complessiva sia su dati documentali che tramite indagini sul campo del trend economico locale negli aspetti di pressione sulla trasformazione territoriale
Anno: anni 2009 - 2010

Con il lavoro in questione l’Amministrazione Comunale di Como ha inteso approfondire l’analisi dei settori economici che costituiscono l’insieme dell’offerta di prodotti e servizi del proprio territorio, nel contesto della redazione del Piano di Governo del Territorio (PGT).

Poiché peraltro la finalità dello studio era quella di fornire input strategici dal punto di vista socio economico alla programmazione territoriale, si è ritenuto opportuno, pur effettuando una panoramica completa sulle imprese e sulle unità locali per settore, e ricostruendo anche un trend pluriennale, concentrarsi in maggior misura sulle attività aventi un rilevante impatto potenziale sulla gestione del territorio.

In taluni casi, si tratta di settori economici che, oltre ai vincoli di carattere prettamente urbanistico inerenti le destinazioni d’uso e gli standard realizzativi, erano condizionati anche da vincoli di carattere amministrativo, nel senso che era richiesta anche una autorizzazione amministrativa legata a norme prettamente settoriali.

Il riferimento prioritario è rappresentato in questo senso dal commercio al dettaglio in sede fissa di dimensioni medio grandi (ovvero oltre i 250 metri quadrati di vendita), per i suoi cospicui ed evidenti effetti nella generazione di flussi urbani e periurbani che modificano l’assetto del territorio, ma sono stati approfonditi anche altri settori con caratteristiche similari.

La tendenza prevalente nel governo del territorio rispetto all’insediamento di attività terziarie, e commerciali in modo particolare, è attualmente basata sull’impatto presunto e sulla sua sostenibilità, mentre le considerazioni di carattere squisitamente economico sono ormai state quasi ovunque estromesse ed eliminate dallo strumentario della programmazione locale di base; l’assunto è quello della libertà di impresa, a meno che i benefici economici previsti non siano eclissati dai costi in termini di peggioramento dell’accessibilità, della mobilità e dell’ambiente.

Per il settore industriale le considerazioni da fare, anche a seguito della crisi globale in corso, sono invece differenti; le aree industriali classiche tendono via via ad essere dismesse o lo sono già state in passato, con la sola eccezione di punte di eccellenza nel comparto chiave della seta, o in altri comparti specifici.

La risposta alla quale è stato necessario rispondere in questa fase di rapida trasformazione è stata dunque: quale può essere oggi, e soprattutto quale potrebbe essere domani, la domanda di spazio delle attività economiche in Comune di Como?

Non si corre il rischio, come già accaduto in passato in molte parti d’Italia, di enfatizzare troppo un determinato trend in corso, proiettandolo nel futuro e prevedendo così spazi residenziali anziché industriali o terziari del tutto sovrastimati rispetto alla curva che poi effettivamente si prospetterà?

Ma soprattutto, ha senso effettuare previsioni che siano urbanisticamente vincolanti alla luce di una realtà socio economica in così rapida trasformazione come quella attuale?

Il rischio, naturalmente, assume una valenza particolare per quelle attività che richiedono spazi ingenti (industria, artigianato produttivo, grandi impianti commerciali).

Quali possono essere le scelte strategiche per il rapporto tra imprenditoria e territorio nel XXI° secolo a Como e nel suo bacino?

Richiamando ad esempio per punti salienti i risultati di uno studio (“Piano per la Competitività e lo Sviluppo Economico”) coordinato da Lanfranco Senn dell’Università Bocconi con la collaborazione del Centro di Cultura Scientifica “Alessandro Volta” e del Politecnico di Milano, sede di Como:

  • formule organizzative vincenti, aldilà del capitale e della fabbrica;
  • ruolo chiave dell’Amministratore pubblico nel collaborare a trovare questa formula;
  • raccordo delle imprese in rete;
  • integrazione in una grande rete di servizi;
  • favorire lo sviluppo sostenibile, ovvero la qualità della vita e dei servizi, nei settori dell’acqua, dell’energia, della mobilità e del verde;
  • favorire lo sviluppo di tecnologie innovative anche nei settori tradizionali.

In questo quadro di complessa interpretazione e gestione, la Legge Regionale 12/2005 (“Legge per il governo del territorio”), pubblicata sul BURL n. 11 del 16 marzo 2005, ha ridisegnato gli strumenti di pianificazione territoriale, e ha richiesto un approccio rinnovato sia a livello locale che nei rapporti con la Regione stessa.

L’analisi si è concretizzata pertanto come segue:

  1. Redazione di uno studio tecnico di supporto alla stesura del Piano di Governo del Territorio (PGT) del Comune di Como, per gli approfondimenti relativi al tessuto economico e con particolare attenzione alla rete commerciale al dettaglio in sede fissa (Legge Regione Lombardia n. 12/2005);
  2. Valutazioni tecniche sulle opportunità di sviluppo dei settori descritti, e sulla conseguente ricaduta in termini territoriali.

Per argomenti:

Prima di entrare nel merito delle dimensioni e caratteristiche del tessuto produttivo locale si è ritenuto opportuno comporre un quadro di riferimento più ampio, che fosse dettato non tanto da semplici trend del passato, quanto da impulsi emergenti di grande significato a livello di sistema e di rete.

Per far questo, è stata portata a termine una rassegna di alcune delle principali indagini socio economiche specialistiche che sono state realizzate da molteplici fonti nei precedenti due anni relativamente a Como e al suo territorio.

Si è poi affrontato e approfondito il tema del commercio in sede fissa, che come si è detto costituisce per numero di imprese, per loro collocazione, capacità attrattiva e di creazione di flussi un settore strategico nel delineare il volto della città, e la sua propensione identitaria; in particolare, ampio risalto è dato al progetto DUC, ovvero al nuovo Distretto Urbano del Commercio. Il 28 ottobre 2009 infatti la Giunta Regionale ha istituito con delibera il Distretto Urbano del Commercio di Como a seguito dell’approvazione del programma di intervento finanziato con bando regionale un anno prima.

L’unità territoriale del distretto urbano è dunque diventata non solo nuovo strumento di “governance” del comparto, ma anche unità geografica per la programmazione e lo sviluppo futuro dell’attività economica. Ne discende che l’analisi storica e attuale e le potenzialità del comparto commerciale siano da quel momento interpretate sulla base della nuova unità di riferimento territoriale e di programmazione e gestione.

Ci si è poi concentrati sull’illustrazione e sul commento di una indagine che è stata ideata, curata ed eseguita direttamente dal Settore Attività Produttive, che era focalizzata sulle interviste a un campione di 110 imprese commerciali, ristorative e ricettive del centro urbano, che oltre a fornire informazioni sulla struttura aziendale, hanno espresso alcuni pareri sull’accessibilità e sulla valorizzazione urbana, e hanno indicato l’incidenza da loro percepita sulla composizione della clientela sotto il profilo delle provenienze geografiche.

L’attenzione si è poi spostata sull’esame della consistenza delle attività economiche per settore, sotto il profilo delle imprese e delle unità locali (dati Camera di Commercio). Il confronto è stato fatto sul periodo 2001-2008.

Dopo una analisi dei valori immobiliari tramite i dati OMI, infine, sono stati elaborati gli spunti emersi nel corso delle analisi ed è stato individuato un set di indicazioni e suggerimenti utili alla programmazione territoriale in corso.

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